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Fin dall'VIII secolo gli Amalfitani erano
presenti nel Mediterraneo orientale per motivi commerciali e nei principali centri
dell'Oriente bizantino e dell'Africa araba, essi diedero vita a vere e proprie colonie con
case, chiese, monasteri, ospedali. I traffici commerciali ricevettero inoltre notevole
impulso dall'applicazione del codice marittimo che va sotto il nome di Tabula de Amalpha,
una raccolta di norme che regolamentavano anche i rapporti intercorrenti fra i componenti
degli equipaggi delle navi adibite al trasporto di merci. Nel 1131 la conquista da parte
dei Normanni del Ducato di Amalfi sancì la fine dell'indipendenza con la nascita del
Regno di Sicilia. Nel
corso del XIII secolo, particolarmente proficuo per la società amal fitana, oltre alla
realizzazione di una serie notevole di opere pubbliche e monumenti , quali ad esempio il
Chiostro Paradiso e la Cripta del Duomo, si ebbero alcune importanti innovazioni nel
settore marittimo, economico e giuridico. Fu introdotto l'uso della bussola, furono
applicate le tecniche di produzione della carta apprese dal mondo arabo, e infine il
giudice Giovani Augustariccio fissava per iscritto, nel 1274, le Consuetudines Civitatis
Amalfie.
Dal 1392 al 1583 il Ducato
di Amalfi fu assoggettato a feudo e vide susseguirsi quali duchi di Amalfi gli esponenti
di nobili famiglie quali i Colonna, gli Orsini e infine i Piccolomini. Fu in quegli anni
che si svilupparono ad Amalfi, Atrani e Minori numerosi pastifici che resero famosa in
tutto il Meridione la pasta della Costa.
Nel corso del XVII e XVIII
secolo la città e il suo territorio furono sottoposti ad un totale rinnovamento artistico
e architettonico, evidente in particolar modo nei monumenti religiosi. Nell'Ottocento
Amalfi fu riscoperta quale meta di soggiorno e di studio per numerosi viaggiatori
stranieri: fu così che i paesaggi, i monumenti , le scene di vita quotidiana divennero
fonte d'ispirazione per scrittori, pittori, architetti provenienti da ogni parte d'Europa.
E' a partire dai primi decenni di questo secolo, tuttavia, che il richiamo esercitato
dalle bellezze paesaggistiche dei luoghi e le suggestioni derivanti dal loro passato ricco
di storia hanno via via attirato l'attenzione di un numero sempre più ampio di
estimatori, restituendo ad Amalfi e alla sua costa una posizione di primo piano in ambito
internazionale.
<< In alto a sinistra: "Amalfi"
(1840) di G.E. Herring; in basso: "Fisherman in Amalfi" (XIX Secolo) di
Harry Johnson
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